Home Attualità Flop Cosenza: Ma perchè la traversa non vale due goal?

Flop Cosenza: Ma perchè la traversa non vale due goal?

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La coreografia della Tribuna “Piero Romeo”

[dal nostro inviato Matteo Dalena]

«Non ho mai visto due traverse così nella stessa azione».

Così un cronista decano nella sala stampa dello Stadio “San Vito-Marulla” di Cosenza mi riporta alla mente la penna di Mario Soldati:

«E’ più difficile colpire una traversa che fare gol. Perché, dunque, non si dà alla traversa colpita il valore di due gol? Chissà, però: proprio perché cercherebbero di colpire la traversa, gli attaccanti così farebbero più gol».

Quando tutto va male c’è la letteratura. Qualche maestro, tuttavia, insieme al buon Braglia, mi riportano alla realtà: «Fai meno poesia figliolo».

La stretta cronaca tra il serio e l’aceto – E’ ancora estate ma, dai monti al mare, tutte le strade portano in via degli Stadi. L’atmosfera è frizzante, terreno di gioco da «Abbiamo visto di peggio» oppure «In confronto a chiru d’Ascoli è nnu gioiello». La prima gara casalinga della stagione il Cosenza l’ha toppata. La Salernitana, di quel Francis Drake di Giampiero Ventura – un vero e proprio filibustiere (lo causticherebbe così Gianni Di Marzio) in ogni categoria eccetto che in Nazionale – si è imposta col minimo sindacale su un Cosenza ancora in pieno “farsi”. Un goal di Marco Firenze al secondo minuto del secondo tempo ha permesso che la carenza più lampante – i goal, che servono come il pane! – emergesse in tutta la sua gravità. La cronaca dalla parte dei rossoblù sta tutta in una doppia e clamorosa traversa, bollata da Bruccini e Carretta nel secondo tempo, una “suolata” di Pierini smanacciata da Micai nel primo e un paio di punizioni velenose poco fuori dall’area di rigore. Troppo? Troppo poco? A Trinchera e Guarascio l’ardua sentenza. Perché Braglia ha già parlato. La Salernitana, eccetto il goal e uno svarione difensivo, rimediato dal solito San Pietro Perina, fa poco o nulla. Squadra quadrata e tosta, per carità, ma il taccuino langue.

Lo striscione esposto dagli ultrà della Salernitana: “P.Romeo e Siberiano. Rivalità rispetto e mentalità… questo è il nostro credo Ultrà”

Gli spalti – I seggiolini nuovi di pacca luccicano e Vittorio Scarpelli li trasforma in “frack”. In Curva Nord un sovranista sventola un tricolore. Ventura guarda e incassa: sarà il leitmotiv di quest’anno. Subito a fianco i Salernitani, rivalità e mentalità, ci tormentano col solito “Cosentino…” per tutto il match. La squadra regala loro una subitanea vendetta e… il rasoio di Palmiero è già lontano! I bandieroni della Tribuna “Piero Romeo” regalano il solito, commovente spettacolo. Nel post-partita diecimila affamati di calcio e sazizza abbrittata chiedono a stretto giro uno che la butti dentro una quindicina di volte. Perché, aspettando che la traversa valga qualcosa, il goal è il sugo del calcio.