E’ una buona occasione per rinnovare l’impegno collettivo nell’eliminazione di questa violenza.
Dal 2012, il 6 febbraio è riconosciuto dall’ONU come Giornata Internazionale contro le MGF per rafforzare l’impegno globale nella loro eliminazione. Rientrano tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), in particolare nel target 5.3, che punta a porre fine a pratiche dannose come le MGF e i matrimoni precoci. Dal 2008, il Programma Congiunto UNFPA-UNICEF ha promosso azioni concrete, sensibilizzando milioni di persone e rafforzando i sistemi di protezione per le bambine.
Le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) consistono nella rimozione, totale o parziale, degli organi genitali femminili esterni per motivi culturali, senza alcuna giustificazione medica. Questa pratica causa gravi conseguenze sulla salute fisica e psicologica delle vittime, fino a esiti fatali. Nonostante sia riconosciuta come una grave violazione dei diritti umani, si stima che circa 68 milioni di bambine rischino di subirla entro il 2030.
Le MGF sono diffuse in 30 Paesi di Africa e Medio Oriente, ma anche in alcune aree dell’Asia, dell’America Latina e tra le comunità migranti in Europa, Nord America e Oceania. Sono il simbolo di una radicata disuguaglianza di genere, legata a credenze culturali, religiose e sociali. In alcune società, rappresentano un rito di passaggio o un requisito per il matrimonio.
Anche il nostro Paese non è esente da questa realtà. Nel 2019 si stimava che vivessero circa 87.600 donne portatrici di Mgf, di cui 7.600 minorenni, mentre circa 5.000 bambine risultavano a rischio, soprattutto tra le comunità provenienti da Egitto e Nigeria.
La Giornata Internazionale contro le MGF è, quindi, un’occasione per rinnovare l’impegno collettivo nell’eliminazione di questa violenza. Un cambiamento reale è possibile solo attraverso azioni coordinate, coinvolgendo intere comunità e promuovendo i diritti delle bambine e delle donne in tutto il mondo. Grazie alle diffuse campagne di sensibilizzazione, programmi educativi e normative internazionali, negli ultimi decenni il rischio che le bambine siano sottoposte a Mgf si è ridotto di un terzo. Tuttavia, la battaglia è ancora aperta e richiede un impegno costante e condiviso per essere definitivamente vinta.
La Cisl, in collaborazione con l’Associazione Anolf, ribadisce con determinazione il proprio impegno nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili (MGF), una pratica che costituisce una grave violazione dei diritti umani di donne e bambine, oltre a rappresentare un serio rischio per la loro salute e il loro benessere.
