Il 2023 volge al termine lasciandoci con un amaro sapore, caratterizzato da tumultuose agitazioni sociali e la diffusa proliferazione di conflitti che, purtroppo, continuano a mietere vittime innocenti, in particolare donne e bambini, travolti dall’avanzare di armi da guerra sempre più avanzate e distruttive. Numerosi paesi nel mondo subiscono le gravi conseguenze di questi conflitti, alcuni dei quali perdurano da decenni.
Attualmente, il panorama globale registra la presenza di ben 170 conflitti, come riportato dall’Uppsala Conflict Data Program (UCDP), programma di ricerca conflitti dell’Università di Uppsala. Questi conflitti non
si limitano alle sole dispute territoriali, come nel caso della guerra Russia-Ucraina, ma coinvolgono questioni etniche, religiose, culturali e di potere, principalmente nelle regioni di Asia e Africa, teatri di numerosi conflitti territoriali e guerre civili. Nonostante gli sforzi della comunità internazionale
nel cercare soluzioni diplomatiche per porre fine a tali conflitti, la complessità delle situazioni rende spesso difficile raggiungere accordi duraturi. In questo contesto, è cruciale riflettere sulle implicazioni
umanitarie delle guerre e promuovere la pace e la stabilità nelle regioni colpite. L’attacco senza precedenti da parte dell’organizzazione estremista palestinese Hamas ha causato perdite significative, sollevando seri timori di genocidio, come dichiarato dalle Nazioni Unite.
Un tema centrale nel 2023 è stato il contrasto alla violenza di genere. L’aumento dei femminicidi e dei casi di violenza contro le donne ha portato all’adozione della legge 168 del 24 novembre 2023, in vigore dal 9 dicembre scorso, volta a prevenire i “reati spia” che spesso culminano nei femminicidi.
Tale legge ha introdotto nuove misure, come l’estensione dell’ammonimento del Questore, per contrastare efficacemente la violenza domestica e di genere; l’applicazione della sorveglianza speciale alle persone indiziate di reati ricorrenti legati alla violenza domestica.
La strage di emigranti a Cutro il 26 febbraio ha ulteriormente segnato il 2023, con il naufragio di un’imbarcazione contenente 180 persone migranti, causando la morte di almeno 88 persone, tra cui molti
bambini. La mancata prontezza delle autorità italiane nel rispondere all’avviso di Frontex ha suscitato critiche. Il 2023 ci obbliga a riflettere ancora su un altro tema cruciale: l’ambiente. O meglio come il poco rispetto del territorio e dell’ambiente sia fonte di alluvioni estreme, come quella dell’Emilia Romagna con decine di vittime. Un tema rilevante che ha occupato e sarà destinato ad occupare ampio spazio nel dibattito politico riguarda il Ponte sullo Stretto. Un progetto ambizioso il quale costituisce una sfida complessa e richiede un approccio equilibrato. Nel nuovo anno, auspichiamo che il dibattito prosegua in modo costruttivo. La nostra testata giornalistica seguirà con passione e attenzione lo sviluppo della vicenda. In sintesi, le numerose notizie del 2023, alcune delle quali influenzeranno anche il prossimo anno, devono spingere cittadini e governanti a intensificare la lotta per un mondo più pacifico, equilibrato e giusto nel 2024.(I.C.)