Chi ha inventato il reggiseno moderno, dove è nato e cosa utilizzavano le donne prima per coprirsi il seno? In base alle conoscenze attuali a contendersi l’invenzione dell’indumento femminile sarebbero diversi tra cui due donne; Parigi, 1889, Hermine Cadolle, bustaia; Stati Uniti, 1914, Caresse Crosby, editrice e scrittrice. Il primo reggiseno contemporaneo viene brevettato dalla tedesca Christine Hardt nel 1889. Sigmund Lindauer di Stoccarda-Bad Cannstatt (Germania) sviluppa
un reggiseno per la produzione di massa nel 1912 e lo brevetta nel 1913 (Hautana).
Il reggiseno, così come lo conosciamo oggi, sarebbe, comunque, il risultato di una serie di sviluppi nel corso dei secoli e non potrebbe essere attribuito a un’unica persona. Secondo molti osservatori i primi prototipi del reggiseno moderno andrebbero attribuiti allo stilista statunitense Mary Phelps Jacob nel 1913. La sua invenzione consisteva in due fazzoletti di seta cuciti insieme con del nastro rosa e spalline di raso. Il brevetto giunge nel 1914 con il nome “Brassiere”. Questo modello di reggiseno segna l’inizio di questo indumento intimo moderno e segna un notevole progresso rispetto ai corsetti rigidamente strutturati utilizzati prima di allora. Il design del reggiseno subisce ulteriori modifiche successivamente, perfezionato da vari designer e ingegneri tessili nel corso del tempo, offrendo una vasta gamma di stili e modelli disponibili. Sebbene Mary Phelps Jacob abbia contribuito in modo significativo all’evoluzione del reggiseno, non possiamo attribuire l’invenzione dell’intero concetto a una sola persona. Come ribadito, comunque, le prime attestazioni dell’utilizzo di reggiseni o similari risalgono all’antichità. C’è da dire che, come sempre succede nella storia, le forme e gli usi di questo indumento hanno subito rilevanti modifiche nel corso del tempo, a seconda delle mode e della cultura vigente in ciascuna comunità. Le donne romane ad esempio avevano a disposizione varie scelte per coprire e sostenere il seno, attributo considerato indecoroso e poco piacevole alla vista e quindi possibilmente da nascondere: si poteva optare per il mamillare, che consisteva in una fascia di cuoio che contribuiva ad appiattiva e contenere la crescita, lo strophium, che sosteneva il seno senza comprimerlo, o il cestus, un vero e proprio corpetto di cuoio morbido. Reggiseni o indumenti simili a bikini appaiono dipinti su alcune atlete del XIV secolo a.C. nell’era della civiltà minoica ed anche nel nostro Paese esiste un mosaico molto famoso, presso la Villa del casale di Piazza Armerina otto ragazze in bikini, datato tra il 320 e 370.
Nell’ antico Eigitto le donne generalmente stavano, invece, a seno nudo.L’uso di indossare un particolare indumento concepito per trattenere le mammelle di una donna può farsi risalire all’ antica Grecia. Pitture murali a Creta, centro della civiltà minoica mostrano quello che è stato descritto come un Bikini indossato da una donna che sembra praticare l’atletica. Le, invece, dell’antica Roma adottavano una forma dell’apodesme greco, conosciuto come strophium o mamillare.In Europa, durante il medioevo era eccezionale per le donne trattenere o sostenere il seno e, se lo facevano, probabilmente usavano qualcosa come una stringa di tessuto. Nel rinascimento il décolleté diviene di gran moda.
L’abitudine di avvolgere una fascia sotto il seno venne ripresa nel XIV secolo dalle nobildonne che desideravano, al contrario, mettere in mostra le bellezze di cui erano dotate. Questo particolare condiziona la moda settecentesca degli abiti oggi definiti “stile impero”, caratterizzati da un punto vita molto alto, proprio sotto il seno, e da una gonna liscia e lunga, che scende obliquamente verso il basso.