La vita delle tartarughe marine è una costante lotta per la sopravvivenza. Questa lotta inizia dal momento esatto in cui mettono fuori il muso dal guscio dell’uovo: la percentuale di nascituri destinata a raggiungere l’età adulta è di circa una su mille. da subito, non appena le piccole tartarughe escono dai nidi e si dirigono verso l’acqua, ascoltando un muto richiamo ancestrale, dovranno affrontare una miriade di insidie e minacce. Per raggiungere il mare devono evitare un gran numero di predatori, come gabbiani, granchi e persino coccodrilli. Raggiunta l’età adulta, in teoria dovrebbero In teoria una volta raggiunta l’età adulta dovrebbero essere più protetti dall’espugnabile carapace e in grado di nuotare a velocità superiori ai 35 chilometri orari. Il mare è però pieno di pericoli di natura antropica contro i quali le tartarughe, nonostante la considerevole esperienza di 150 milioni di anni, non sono attrezzate. I rifiuti di plastica scambiati per meduse e inghiottiti, reti da pesca e sostanze inquinanti, le imbarcazioni e l’ habitat reso difficile, rendono la vita di questi rettili difficile. Le tartarughe sono, peraltro, molto sensibili ai cambiamenti climatici e all’inquinamento prodotto dall’uomo, introdotti dall’uomo. Sono particolarmente vulnerabili, anche a causa della loro lenta capacità di riproduzione che viene raggiunta solo dopo molti anni di vita Il 16 giugno si celebra, quindi, la Giornata mondiale delle tartarughe marine, il Turtle day, istituita proprio per sottolineare la necessità di proteggere queste magnifiche creature. La data scelta è un omaggio al professor Archie Carr, nato appunto il 16 giugno 1909, grande studioso di tartarughe. La Giornata è stata istituita nel 1990 e si pone l’obiettivo di sensibilizzare al rispetto e alla tutela di questo rettile, uno dei più antichi del mondo, fortemente minacciato dalle attività dell’uomo.