Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza. L’evento, istituito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre del 2015 e patrocinato dall’UNESCO, si celebra ogni anno l’11 febbraio. Oggi, solo una ogni tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nella scienza. Infatti statisticamente, a livello internazionale, le donne e le ragazze costituiscono solo il 28% dei laureati in ingegneria e il 40 di quelli laureati in informatica e computer science. Passando invece al campo della ricerca, è interessante notare come alla percentuale femminile di ricercatori, stimata intorno al 33,3%, siano garantite di solito borse significativamente inferiori a quelle dei colleghi maschi, tendendo ad avere una vita lavorativa più corta e peggio pagata. Sfatare i miti, sconfiggere i pregiudizi, superare gli stereotipi, accelerare il progresso promuovendo iniziative per favorire la piena parità di genere nelle scienze. Sono questi gli obiettivi della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza.
Le donne scienziate sono una minoranza: aumentare la percentuale di studentesse nelle materie STEM (per Science, Technology, Engineering, Mathematics) è il primo passo per cercare di avere un maggior numero di scienziate che, a loro volta, possano fornire dei modelli di ruolo per convincere altre ragazze ad intraprendere gli studi scientifici. Studi recenti mostrano che il 65% dei bambini che entrano oggi nella scuola primaria avrà lavori nella scienza e nella tecnologia che non esistono ancora. Le ragazze sono significativamente sottorappresentate nelle materie STEM in molti ambienti e sembrano perdere interesse per le materie STEM man mano che raggiungono l’adolescenza. Sfatare i miti secondo cui alle ragazze non piacciono le scienze e altri stereotipi di genere, insieme agli investimenti nella formazione degli insegnanti, la tecnologia sensibile al genere e l’innovazione può invertire questa tendenza.
Attualmente, spiega l‘Unesco in un rapporto del 2018 che il 72% degli scienziati del mondo è uomo (64% in Italia). La percentuale arriva al 97% nell’informatica. In tutto il mondo, soltanto il 28% di ricercatori è di sesso femminile. Nel biennio 2014-2016, soltanto il 30% delle studentesse universitarie ha scelto materie Stem, ossia scientifiche (dati Unesco).
10 scienziate da rammentare in questa giornata
La classifica non è stata stilata per ordine di importanza
- Marie Curie
Scienziata due volte premio Nobel e prima donna ad ottenere una cattedra alla Sorbona, ha scoperto il radio e il polonio insieme a suo marito Pierre Curie, compagno di lavoro e di ricerca. I suoi studi sulla radioattività sono stati la base fondamentale per tutti quelli che sarebbero venuti negli anni successivi. - Rita Levi Montalcini
Ha dedicato tutta la sua vita allo studio del cervello umano.
Negli anni cinquanta con le sue ricerche ha scoperto e identificato l’NGF, ovvero il fattore di accrescimento della fibra nervosa, che le ha valso nel 1986 il premio Nobel per la medicina. Prima donna ad essere ammessa alla Pontificia accademia delle scienze. - Maria Montessori
Educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, ha rivoluzionato il mondo dell’educazione e della pedagogia elaborando il metodo che ancora oggi porta il suo nome. Fu tra le prime donne a laurearsi in Medicina in Italia. - Rosalind Franklin
Chimica e cristallografa a raggi X, ha dato un contributo fondamentali per la comprensione della struttura molecolare di DNA, RNA, virus, carbone e grafite. - Hedy Lamarr
All’anagrafe Hedwig Eva Maria Kiesler è stata una star del cinema hollywoodiano. Quello che non molti sanno è che Hedy fosse laureata in ingegneria a Vienna, e che volendo dare il suo contributo alla guerra contro il nazismo, abbia sviluppato insieme al compositore George Antheil un sistema di guida a distanza per siluri. In pratica, la moderna telefonia e i sistemi Wi-Fi sono nati grazie alla tecnologia sviluppata da Hedy Lamarr. - Ada Lovelace
Matematica inglese, è conosciuta soprattutto per il suo lavoro alla macchina analitica ideata da Charles Babbage. Tra i suoi appunti c’è anche un algoritmo per generare i numeri di Bernoulli, ovvero il primo algoritmo pensato per essere elaborato da una macchina. E’ sovente ricordata come la prima programmatrice di computer del mondo. - Lise Meitner
Lise utilizzò gli studi di Einstein per calcolare l’energia liberata durante la fissione, ponendo così le basi per i successivi studi sul nucleare. Rifiutandosi categoricamente di entrare a far parte delle ricerche per la creazione delle armi atomiche, lasciò campo libero ai suoi colleghi. Successivamente Lise vinse diversi premi fino alla sua morte, ma la sua ricerca venne spesso limitata alla scoperta della fissione. In realtà, furono molto avanzati anche i suoi studi sulla radioattività. - Dorothy Crowfoot Hodgkin
I suoi studi di cristallografia a raggi X la portarono a determinare la struttura atomica di sali e composti organici. Tra le molecole oggetto dei suoi studi si ritrovano l’insulina e l’emoglobina. Fu la prima scienziata ad eseguire delle analisi basate su calcoli tridimensionali per definire la struttura molecolare. Determinò la struttura di alcune biomolecole: il colesterolo (1937), la penicillina (1945), la vitamina B12 (1954), l’insulina (1969), la lattoglobulina, la ferritina e il virus del mosaico del tabacco. - Margherita Hack
Scienziata italiana, Margherita Hack,, lavorò tutta la sua vita nel campo dell’astrofisica, ed è nota per i suoi studi sugli spettri stellari. È stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA e ha ottenuto un alto livello di rinomanza internazionale per i gruppi di lavoro italiani sui satelliti. - Fabiola Gianotti. Ha partecipato all’esperimento ATLAS, che vede impegnati 3000 studiosi, in gran parte fisici provenienti da 38 paesi di tutto il mondo, ed è considerato il più grande esperimento scientifico mai realizzato. Il 4 luglio 2012 ha annunciato presso l’auditorium del CERN, insieme a Joseph Incandela la prima osservazione di una particella compatibile con il bosone di Higgs.